La nostra famiglia, gli insegnanti a scuola , le figure più vicino a noi, la televisione…ognuno di loro, con modi e parole e messaggi differenti sembrano volerci convincere e ricordare che dobbiamo seguire un protocollo.
Ma non un protocollo puro, sano, in linea con la nostra emotività, energia, spiritualità e vera identità; si tratta piuttosto di un triste “protocollo di sopravvivenza” che ci racconta la brutta favola in cui i protagonisti siamo noi e per “sopravvivere” dobbiamo andare a scuola, apprendere una professione che ci permetta di mantenerci, creare una famiglia, e lavorare per 60 anni per poter pagare l’amaro costo della vita, finché un giorno non chiudiamo gli occhi, sperando poi che succeda nel modo meno doloroso possibile.